
Tecarterapia a Verona
La tecarterapia sfrutta una forma differente di interazione elettromagnetica che fa riferimento al modello fisico del condensatore: il contatto capacitivo e resistivo. Con l'applicazione degli elettrodi isolati il movimento e la concentrazione di cariche si sviluppa soprattutto in prossimità della zona sottostante, affacciata all'elettrodo mobile. Mentre utilizzando un elettrodo non rivestito da isolante (resistivo), a parità di frequenza di emissione, la concentrazione di cariche, e quindi l'effetto biologico, si verifica nei punti più resistivi del tessuto frapposti fra l'elettrodo attivo e una piastra di ritorno. Detti punti più resistivi sono rappresentati da osso, tendini, legamenti e fasce muscolo-tendinee che, sottoposti al trattamento, si comportano come il materiale isolante che riveste l'elettrodo capacitivo.
Ogni attività della cellula si realizza attraverso modificazioni dell’equilibrio chimico-elettrico di suoi componenti per cui, ogni modificazione di questo equilibrio altera l'attività della cellula. Ogni singola cellula partecipa alla funzione del tessuto attraverso interazioni morfologiche e di tipo chimico-elettrico.
Quando un'onda od un campo elettromagnetico interagisce con un sistema cellulare ed è dotata delle opportune caratteristiche, determina delle modificazioni nell'attività del sistema. In particolare sulla base dei concetti sopra esposti si è elaborata la seguente teoria:
- A bassi livelli energetici (50-100 w) pur non avendosi dissipazione endotermica, si ha stimolazione ultrastrutturale cellulare (vedi magnetoterapia) da cui consegue un aumento delle trasformazioni energetiche (produzione ATP) e del consumo di O2. Da ciò discende l'attivazione indiretta, per aumento delle richieste metaboliche del tessuto, del microcircolo arterioso e venolinfatico senza dilatazione dei grandi vasi.
- A medi livelli energetici (100-200 w), oltre all'effetto biostimolante, si verifica un incremento della temperatura endogena, dipendente dall'aumento dei moti browniani. Questo innalzamento termico stimola la dilatazione dei vasi di calibro maggiore aumentando ulteriormente il flusso ematico. L'effetto termico è in stretta relazione con le correnti di spostamento che, dalle zone più periferiche, si concentrano nelle aree di applicazione e risulta direttamente proporzionale alla loro intensità. Non raggiunge mai quindi livelli dannosi, come invece può accadere con i sistemi radianti tradizionali (radar, Marconi, ecc).
- Ad alti livelli energetici (200-300 w) risulta minore l'effetto di biostimolo cellulare e maggiore, invece, l'effetto endotermico, con notevole aumento del flusso emolinfatico.
Cosa si ottiene
Da ultimo quindi, si ottiene una stimolazione e precoce riossigenazione dei tessuti lesi, una pronta rimozione dei cataboliti tossici e un più rapido ripristino dei normali potenziali di membrana, inoltre un'accelerazione dei tempi di attivazione dei sistemi di difesa e riparazione, compromessi in caso di patologia:
- Nocicettori e fíbre nervose periferiche: reintegro del potenziale di membrana, iperpolarizzazione di membrana fino al blocco di conduzione per scambio ionico indotto.
- Vasi sanguigni e linfatici: grande aumento della velocità del macro e microcircolo ematico e del drenaggio veno-linfatico.
- Muscoli: lo stimolo metabolico determina un aumento della velocità di riparazione del danno fibrillare, mentre la scomparsa degli eventuali edema e\o ematoma facilita un rapido e completo recupero funzionale delle fibre.
- Capsula, cartilagine e osso articolare: per i meccanismi suddetti, rapido riassorbimento del liquido sinoviale e ritorno alla normalità delle strutture alterate.